La ricerca di liquidità è la principale richiesta che le piccole e medie imprese fanno alla loro banca. Migliorare l’accesso al credito con prodotti e servizi sempre più personalizzati è la sfida per gli istituti di credito del futuro. I finanziamenti sono di vitale importanza per un’azienda e, quando non arrivano dagli istituti pubblici, vengono richiesti alle banche. I finanziamenti possono servire per coprire le spese correnti (ad esempio le rate di mutui, stipendi, fatture) oppure per far fronte alle spese impreviste (come il guasto di un macchinario). Avere a disposizione la liquidità mette l’impresa nelle condizioni di poter proseguire la sua attività senza problemi, con un discreto spazio di manovra, senza dover intaccare i propri risparmi.
Ci sono banche e banche. Non tutte sono uguali. Magari hanno gli stessi servizi o servizi simili ma ogni banca ha delle caratteristiche che la distinguono. Ci sono banche più orientate alla clientela retail, quelle per investitori, quelle focalizzate sulle imprese. Queste ultime devono essere in grado di offrire strumenti innovativi per facilitare l’ accesso al credito. b-ilty è una piattaforma bancaria che nasce per unire tutti i vantaggi dei conti smart e online con i servizi tradizionali degli istituti di credito, interpretando le nuove esigenze di mercato e i bisogni delle persone. b-ilty è la piattaforma bancaria digitale per le piccole e medie imprese italiane che si contraddistingue per un alto potenziale tecnologico, perfettamento dosato con la tradizionale offerta bancaria. I servizi per PMI sono pensati per facilitare e sostenere l’imprenditorialità italiana e promuovere nuovi progetti con alto potenziale di crescita. Si parte, infatti, dall’assunto di base che fare credito significa valorizzare i potenziali nascosti della nostra economia e società: molte imprese se ben supportate sono in grado di fare il grande salto in avanti e uscire dall’anonimato. Tutti meritano una possibilità, ma devono anche dimostrare di avere le carte giuste per poter partecipare al gioco.
Non è facile scegliere tra le varie forme di finanziamento alle PMI e a volte questa decisione iniziale condiziona la buona riuscita dell’operazione. Si può, infatti, incorrere in quello che viene definito come squilibrio finanziario, ovvero quando i mezzi finanziari di terzi sono superiori ai mezzi propri (patrimonio netto). Questa situazione, nel lungo periodo può mettere a repentaglio la continuità aziendale. Senza addentrarci nei dettagli tecnici, è bene fare una distinzione iniziale tra le principali forme di finanziamento a disposizione delle imprese che possono essere di due tipi: i finanziamenti a titolo di capitale proprio (aumenti di capitale sociale); i finanziamenti a titolo di capitale di terzi (finanziamenti, prestiti, dilazioni di pagamento concesse ai fornitori). Affinché i finanziamenti alle imprese siano adeguati devono essere omogenei rispetto al tipo di fabbisogno da coprire; flessibili perché devono potersi adeguare se cambiano gli eventi aziendali; devono consentire alla società margini di manovra nelle scelte finanziarie e non devono essere onerosi.
I finanziamenti a titolo di capitale proprio rientrano tutte quelle azioni che vengono compiute dai proprietari della società, siano essi familiari o soci. Viene messo a disposizione il capitale proprio o capitale sociale in modo gratuito (aumento di capitale nominale) oppure a pagamento (aumenti di capitale reale). Negli aumenti gratuiti di capitale sociale non viene immessa nuova liquidità in azienda, ma soltanto nominale, quindi non è una vera forma di finanziamento. Gli aumenti di capitale a pagamento, invece, sono la principale fonte di finanziamento interna delle società alla quale si ricorre se si ha la possibilità di non dover reperire delle fonti di finanziamento esterne.
Così come dice il termine stesso, i finanziamenti a titolo di capitale di terzi sono degli strumenti di concessione di credito che prevedono la presenza di un intermediario, molto spesso gli istituti bancari. Le piccole e medie imprese a caccia di liquidità possono, dunque, rivolgersi a soggetti terzi per chiedere:
finanziamenti di medio lungo termine erogati da istituti finanziari (come i mutui);
il leasing finanziario;
l’emissione di prestiti obbligazionari;
lo smobilizzo di crediti;
l’anticipo fatture;
il portafoglio salvo buon fine;
le ricevute bancarie;
lo sconto di cambiali;
il factoring.
Uno degli strumenti preferiti dalle piccole e medie imprese è il factoring, ovvero l’operazione che consente a un’azienda di cedere in massa i crediti vantati nei confronti dei debitori a una società di factoring che si impegna a riscuoterli. Il factoring, così come spiegato nell’articolo dedicato, può essere pro solvendo (la società terza acquisisce i crediti con diritto di rivalsa sul cedente) oppure pro soluto (ovvero la società si fa carico di tutti i rischio, compreso quello di insolvenza). Nel caso di b-ilty, questo strumento di finanziamento viene concesso a coloro i quali sono titolari del conto business, hanno un fatturato tra due e dieci milioni di euro, hanno un massimo di 10 debitori totali con una durata dei crediti che non può superare i 180 giorni. Per ogni fattura ceduta, b-ilty salda l’importo totale sul conto business dell’azienda, a seguito della verifica di tutti i requisiti formali e procedurali di delibera. Quando la fattura arriva a scadenza, il debitore effettua il pagamento su un conto intestato a b-ilty. Il servizio viene erogato a fronte di una commissione richiesta da b-ilty e versata direttamente tramite il conto aziendale.
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