19 dicembre 2023

Come ridurre i rischi dei mancati pagamenti, una guida per PMI




In uno scenario economico estremamente complesso, sempre più caratterizzato da imprevisti ed elevata volatilità, quello dei mancati pagamenti diventa per tutte le aziende, e in particolare per le PMI, un tema cruciale. Non c'è infatti organizzazione che non sia alle prese con il radicale cambio di marcia imposto dalla twin transition, che necessita, prima di ogni altra cosa, di un flusso di cassa stabile.

Perché aumentano i rischi dei mancati pagamenti



Nonostante la poca convinzione di alcune aziende all’accettazione di questo processo, la digital transformation e la green revolution stanno cambiando il panorama economico nazionale, comportando continui cambiamenti all’interno di molte filiere, che reggono i comparti strategici del Made in Italy.
L'obiettivo di ciascuna impresa è quello di andare incontro alle nuove esigenze del mercato, uniformandosi ai nuovi standard di settore e a sempre più stringenti framework normativi, che puntano ad aumentare l'efficienza, la trasparenza e la sostenibilità delle catene del valore da cui dipende il business.

Da questo punto di vista, le PMI si trovano in una posizione di mediana, in quanto da una parte hanno la necessità di investire continuamente in ricerca e sviluppo per tenere il passo della già citata “twin transition”, dall’altra, al fine di cogliere nuove opportunità e per schivare potenziali minacce, si ritrovano costrette a modificare con sempre maggiore frequenza i loro processi, le loro relazioni con clienti e fornitori ed i connessi approcci al mercato.
La ricerca di nuove opportunità di business comporta, inevitabilmente, il rischio di trovarsi di fronte a partner nuovi e poco affidabili, il chè Aumenta sensibilmente la possibilità di incorrere in ritardati o mancati a pagamenti, riducendo pertanto i flussi di liqudità per cassa.

In ragione di quanto sopra esposto occorre ricercare nel mercato nuovi strumenti e nuove fonti per sostenere il potenziamento delle attività, senza danneggiare la posizione di liquidità dell'impresa.

Così il factoring contribuisce a mitigare il rischio dei mancati pagamenti



Uno strumento utile, in tal senso, per le aziende è il factoring, strumento finanziario grazie al quale le PMI possono sbloccare il capitale circolante in tempi estremamente rapidi.
Il termine “factoring” indica l’instaurarsi di una relazione continuativa tra un istituto finanziario (chiamato per l'appunto “factor”) e un soggetto economico (tipicamente un'impresa), che cede i propri crediti commerciali.
Il factor acquista i crediti commerciali del cliente, fornendo per gli stessi l’erogazione del corrispettivo pari al 100% delle fatture oggetto di cessione (o, previo accordo, pari ad una percentuale più bassa) al netto dei costi dell’operazione (commissione flat + interessi).
In breve, il factoring è uno strumento finanziario utile per monetizzare immediatamente le vendite, in quanto fornisce ampio respiro ai flussi di cassa, rivelandosi di fondamentale importanza per quelle aziende che, a causa di ritardati e/o mancati pagamenti, sono a corto di capitale circolante.

I vantaggi del factoring: una guida per le PMI



Sono diversi, pertanto, i vantaggi che le PMI possono ottenere nel momento in cui scelgono di ricorrere al factoring.
Proprio per questo, il mercato è in rapida ascesa, ed anche in Italia banche e istituti finanziari riescono a offrire ai propri clienti servizi con fee sempre più competitive.
Rispetto a strumenti più tradizionali, che implicano una serie di garanzie soprattutto da parte delle piccole imprese, la procedura di incasso è molto più veloce, poiché i crediti sono debitamente controllati, e l'istituto finanziario riesce ad assumersi il rischio di mancato pagamento da parte del debitore ceduto.
Utilizzato in maniera strutturata, inoltre, il factoring può rivelarsi uno strumento economicamente vantaggioso non solo per rendere più fluido il cash flow e migliorare il planning finanziario, ma anche per esternalizzare il registro delle vendite, liberando tempo per la gestione delle attività core. Il factor può, in tal senso, fornire tutti i servizi relativi alla gestione del registro delle vendite, alla riscossione dei crediti, al controllo e alla tutela del credito.
Non bisogna poi dimenticare che grazie alla loro expertise, i partner finanziari possono rivelarsi un'eccellente risorsa strategica nella pianificazione della crescita aziendale, fornendo per esempio informazioni utili sulla solvibilità dei clienti e supportando le imprese per la negoziazione di condizioni migliori con i fornitori.
C'è infine da ribadire un tema fondamentale: il factoring non è un prestito e non crea alcuna passività in bilancio. Un aspetto in netto contrasto con, per esempio, un servizio di sconto fatture, dove i documenti vengono utilizzati semplicemente come garanzia per operazioni che sono considerabili alla stregua dei prestiti.
In ultima analisi, il factoring non solo permette alle imprese di mitigare i rischi connessi ai mancati pagamenti, ma costituisce anche un valido alleato quando l'obiettivo è quello di mantenere l'organizzazione virtuosa sul fronte del merito creditizio.
Sulla scorta di quanto sopra, infatti, un ultimo aspetto da non sottovalutare è quello bilancistico, in quanto tale prodotto permettere di utilizzare lo strumento della “derecognition”. Tale procedimento permette all’impresa di trasformare un “credito verso cliente” in “cassa”, in quanto lo stesso entra a far parte della titolarità giuridica del factor che lo acquista, migliorando sostanzialmente la posizione finanziaria dell’azienda.

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